sabato 20 marzo 2010

In attesa della "Grande Settimana" augustana

E' ormai vicina la Settimana Santa ed Augusta rivivrà i suoi antichi riti, animata da folclore, fede e tradizione.
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Domenica delle Palme - Processione della Madonna Odigitria, organizzata dalla Confraternita dei Campagnoli e Salinari.

Lunedì Santo - Processione di San Giuseppe, organizzata dalla Confraternita dei Falegnami.



Martedì Santo - Processione della Madonna SS. Annunziata, organizzata dalla Confraternita dei naviganti, e processione di Sant'Andrea, organizzata dalla Confraternita dei Pescatori.





Mercoledì Santo - Processione della Cena di Emmaus, organizzata dalla Confraternita dei Massari.



Giovedì Santo - Al tramonto verranno celebrate le messe "in coena Domini" e ci sarà la tradizionale visita dei Sepolcri allestiti in tutte le chiese. Durante la notte si udiranno per le vie del paese i suggestivi suoni della tromba (che rappresenta Maria in cerca del Figlio) e del tamburo (che rappresenta il rimorso di Pietro che ha rinnegato Cristo).

Venerdì Santo.
Alle 5.00 del mattino ci sarà la solenne uscita del Cristo Morto dalla chiesa di San Giuseppe: la processione, organizzata dalla Confraternita dei Falegnami, percorrerà tutte le vie dell'isola, passando per ogni chiesa a "togliere il Sepolcro".






Nel tardo pomeriggio si assisterà alla tradizionale "scisa 'a cruci" del Cristo Morto, con la processione che si snoderà nuovamente per tutte le vie del paese, il suggestivo incontro con la Madonna Addolorata che si accoderà alla bara del Figlio, fino a quando, a tarda sera, arriverà il momento della "spartenza": l'Addolorata si separerà da Gesù morto e i due simulacri faranno rientro nelle rispettive chiese di appartenenza.



venerdì 19 marzo 2010

"L'asta 'i San Giuseppi"

Oggi ad Augusta si organizza la tradizionale asta di San Giuseppe. I doni dei fedeli vengono messi all'asta davanti al sagrato della chiesa dedicata al santo. Oggetti artigianali, pizze e dolciumi tra cui i tipici "vastuni" del santo, bastoni fatti di torrone ricoperto di cioccolato.



martedì 16 marzo 2010

Studenti augustani protagonisti in matematica

Augusta si riconferma protagonista nell'eccellenza matematica. Il liceo scientifico "Megara" si è infatti classificato al 2° posto nella selezione regionale di giochi matematici a squadre che si è svolta venerdi scorso a Gela presso l'istituto "E. Vittorini". La pattuglia matematica augustana ha totalizzato 1047 punti, appena 3 punti dai primi classificati. Il settebello augustano, formato da elementi scelti nelle classi tra il 2° e il 5° anno, è formato dai seguenti studenti: Cirillo Giovanni, Dimauro Luca, Lisitano Domenico, Pugliares Ottavio, Stupia Simone, Tringali Rosario, Tringali Stefano. Il gruppo è coordinato dalle docenti Elisabetta Patania e Rita Pancari. I sette ragazzi non sono nuovi a questi risultati avendo più volte dimostrato l'ottima preparazione che fornisce il liceo cittadino Augusta. Il gruppo di eccellenza, che ha tenuto alto il nome della scuola e della città di Augusta, sarà impegnato a maggio a Cesenatico dove si svolgeranno le finali nazionali.

È morto Pingping, l'uomo più piccolo del mondo celebre per lo «Show dei record»


Deceduto sabato pomeriggio a Roma. Si era sentito male due settimane fa mentre registrava le nuove puntate.

MILANO - Pingping, con i suoi 74,61 centimetri di altezza, l'uomo più piccolo del mondo, è morto sabato pomeriggio a Roma. Aveva 21 anni. Ne dà notizia il Guinness World Record. He Pingping era ufficialmente l'uomo più piccolo del mondo. Era diventato una vera e propria celebrità in Italia grazie allo Show dei record, andato in onda su Canale 5.

DURANTE LE REGISTRAZIONI - E proprio negli studi di Roma stava registrando le puntate della nuova edizione del programma che partirà a fine marzo, quando improvvisamnete si è accasciato a terra con dolori al petto. Trasportato d'urgenza in ospedale, è stato ricoverato per due settimane. Il decesso è avvenuto sabato, ma la notizia è stata diffusa solo lunedì da Craig Glenday, a capo del famoso libro dei record. Stando a Europroduzione, che produce lo show Mediaset, Pingping avrebbe registrato due puntate, quando ha cominciato a sentirsi male. Nato a Wulanchabu in Cina, era diventato una star da quando, nel marzo 2008 è entrato nel Guinness dei primati. Con migliaia di fan club e pagine su Facebook. Soprattutto in Italia. Già da giovanissimo gli fu diagnosticato l'osteogenesi imperfetta, una malattia che impedisce la normale crescita delle ossa e dello sviluppo del corpo. Pingping era stato scelto tra i testimonial per la presentazione del Guinnes World Record Book del 2009. Su richiesta della famiglia il suo corpo ritonerà in Cina dove sarà cremato.

2 Giugno, Festa della Repubblica e della Costituzione

Valerio Onida e Gustavo Zagrebelsky, presidenti emeriti della Corte costituzionale, firmano a nome dell'Ufficio di Presidenza e dei Garanti di Libertà e Giustizia questa proposta per un rinnovato patriottismo costituzionale.

La Costituzione è stata ed è tuttora segno di unità del Paese: i principi e i valori della democrazia repubblicana in essa espressi, in coerenza con la storia e gli sviluppi più maturi del costituzionalismo internazionale contemporaneo, sono un patrimonio in cui gli italiani si ritrovano. Patrimonio tanto più prezioso in quanto il pluralismo sociale, culturale e politico delle società di oggi suscita nuove linee di tensione e sollecita l’esigenza di riconoscere e ricostruire, al di là delle differenze, una identità collettiva condivisa, che solo nella comune adesione ai principi costituzionali può trovare fondamento.
Per questo Libertà e Giustizia, che considera fra i propri scopi fondamentali quello di concorrere a salvaguardare tale patrimonio e a promuovere l’attuazione della Costituzione, suggerisce che sia assunta, da un arco più ampio possibile di associazioni, gruppi e istituti culturali, l’iniziativa di proporre una legge che, modificando e integrando quanto oggi previsto (legge n. 260 del 1949, legge n. 336 del 2000), stabilisca che la festività nazionale del 2 giugno sia proclamata “Festa della Repubblica e della Costituzione”.
La festa nazionale verrebbe così arricchita con il riferimento al documento che ha dato corpo e contenuto alla Repubblica di tutti gli italiani. Alla tradizionale parata militare di Roma si potrebbe accompagnare, in molte città, una manifestazione civile in cui si celebri concretamente la Costituzione, anche dando seguito ai programmi che sono stati promossi nelle scuole su questo tema.
L’iniziativa sarebbe nel solco della tradizione. Si può ricordare che all’epoca del Regno d’Italia la festa nazionale, celebrata la prima domenica di giugno, coincideva con l’anniversario dello Statuto albertino, cioè della prima Costituzione dell’Italia unita. L’Assemblea costituente, a sua volta approvò un ordine del giorno che dichiarava “il 2 giugno di ogni anno Festa nazionale della Repubblica italiana” allo scopo “di solennizzare l’avvento della Costituzione repubblicana e di celebrare i principi politici e sociali che sono a fondamento di essa”.

Sulle intimidazioni ai mass media


domenica 14 marzo 2010

Il fondamento della democrazia e della libertà - di Fulvia Bandoli

Mio nonno era un comunista con qualche venatura anarchica, una persona che ho amato moltissimo e dal quale ho imparato a vivere. Il giorno delle elezioni si alzava prima, si vestiva elegante (come si poteva essere eleganti in una famiglia di braccianti romagnoli), si metteva il nastro nero (quello che gli anarchici portavano al posto della cravatta) e si buttava sulle spalle la pesante mantella di panno se era inverno. Diceva che voleva essere il primo a votare, che poi non si sa mai cosa può succedere nella vita. Mio nonno non avrebbe mai fatto tardi al voto in tutta la sua vita.
Nell’anno delle prime elezioni libere in Sud africa (l’anno dopo la liberazione di Nelson Mandela) ho avuto il privilegio di fare l’osservatrice dell’Onu e di partecipare a quel grande evento che durò più di una settimana, con milioni di persone che votarono per la prima volta e che per farlo fecero file interminabili.
In un villaggio sperduto una vecchia contadina arrivò a piedi al seggio la sera prima (veniva da parecchio lontano) con un cesto sulla testa con le cose che le potevano servire per la notte e qualcosa da mangiare. La mattina si mise in fila e finalmente dopo sette ore riuscì a votare. Io ebbi l’onore di accompagnarla dentro la cabina perchè era analfabeta e noi osservatori in modo imparziale dovevamo spiegare le modalità di voto. Le chiesi se sapeva per chi votare e lei mi disse che lo sapeva. Le chiesi di dirmi il nome e di indicarmi sulla scheda la foto (c’erano le foto dei candidati presidenti proprio per chi non sapeva leggere) e lei sussurando mi disse il nome di Mandela e lo indicò sulla scheda. Io a quel punto, essendo chiara la volontà dell’elettrice, votai per lei con una croce sul simbolo vicino alla foto. Il più bel voto che ho dato nella mia vita. Poi le consegnai la scheda piegata e lei, con una fierezza che non so descrivere e le lacrime agli occhi, depositò il suo voto nell’urna. Poi uscimmo.
Siccome era tra le più anziane donne ad aver votato e in tanti l’avevano vista arrrivare, bivaccare la notte e fare quella lunga fila, una televisione americana la volle intervistare. Le chiesero come mai avesse fatto un viaggio così lungo e tante ore di fila così anziana com’era… e lei semplicemente rispose: "sono settant’anni che aspetto di votare, cosa volete che siano un giorno di cammino e sette ore di fila al confronto?".
E’ da ieri che mi frullano in testa questi due episodi. Se quelli del Popolo delle Libertà conoscessero i principi che animavano mio nonno o quella vecchia contadina non sarebbero arrivati tardi a consegnare le liste e non avrebbbero mai pasticciato con firme non vere.

mercoledì 10 marzo 2010

martedì 9 marzo 2010

Senza parole...

Mareggiata di questi giorni...

Il TAR del Lazio dice no alla lista del Pdl, ma la Polverini spera ancora.

ROMA - Il Tribunale amministrativo del Lazio ha respinto il ricorso del Pdl per le candidature di Roma e provincia. Probabile ora il ricorso al Consiglio di Stato. I giudici hanno rinviato al 6 maggio prossimo (quindi a elezioni avvenute) l'udienza per discutere il merito del ricorso, spiegando che l'eventuale rinvio alla Corte costituzionale sulla legittimità del decreto cosiddetto "salvaliste", sarà deciso in quella sede.

Il ricorso, in sostanza, non è stato dunque respinto ma, allo stesso tempo, le toghe hanno deciso di non riammettere in via cautelativa la lista. Che potrebbe comunque essere ammessa grazie al nuovo iter avviato oggi presso l'ufficio elettorale del tribunale, al quale è stata consegnata ex novo la documentazione.

E ora??

sabato 6 marzo 2010

Il c.d. "decreto interpretativo salva-liste" è incostituzionale!


Con questo articolo vorrei dare il mio contributo per inquadrare il "decreto interpretativo" varato ieri notte dal Governo all’interno della situazione giuridica italiana. I riferimenti principali sono la Costituzione e la legge n. 400/1988.
La legge 400 del 23 agosto 1988 fu varata per riordinare le competenze del Governo, in applicazione dell’articolo 95, ultimo comma, della Costituzione.
L’articolo 15, al comma 2 lettera b della legge 400, afferma: il Governo non può, mediante decreto-legge, provvedere nelle materie indicate nell’articolo 72, quarto comma, della Costituzione.
L’articolo 72, comma 4, della Costituzione prevede a sua volta che: la procedura normale di esame e di approvazione diretta da parte della Camera è sempre adottata per i disegni di legge in materia costituzionale ed elettorale e per quelli di delegazione legislativa, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali, di approvazione di bilanci e consuntivi.
Questo significa che per alcune materie c’è una riserva di legge formale, ovvero solo il Parlamento può intervenire con una legge ordinaria, mentre il Governo è escluso. Fra queste materie vi è appunto la legislazione in materia elettorale.
Il decreto legge ha medesima forza rispetto alla legge 400 e può dunque derogarla anche implicitamente. In più la Costituzione, norma sovraordinata rispetto alla legge 400, permette, in casi straordinari di necessità e urgenza, l’intervento del Governo tramite decreto legge. La questione può apparire dunque controversa, ma i nodi vengono presto sciolti.
Due osservazioni vanno fatte: in primo luogo non sembra essere questo il caso straordinario di necessità e urgenza. Il pasticcio delle liste è dovuto ad un (finora presunto) mancato rispetto della legge, sul quale è competente prima il tribunale, poi la corte d’appello, quindi il Tribunale Amministrativo Regionale e infine il Consiglio di Stato; dunque, esistono, per così dire, addirittura quattro gradi di giudizio per garantire che tutto sia regolare. Non si tratta, quindi, di un caso di calamità naturale (che necessita di regole proprie e straordinarie) o di un vuoto legislativo da colmare per motivi di impellente interesse pubblico. La legge c’è, funziona e non c’è alcuna emergenza. La legge stessa prevede la possibilità che alcuni partiti, come sempre accade in occasione di qualche elezione, abbiano commesso alcune irregolarità, e indica chi e come deve gestire questa delicata situazione. L’unica differenza è che questa volta il pasticcio è stato creato dal primo partito d’Italia, ovvero dal partito al Governo, che sta usando lo schema del decreto legge per fini - per così dire - “privati”: non di emergenza pubblica si tratta, bensì di emergenza privata. Non vi è dubbio che, nel caso in cui il pasticcio fosse stato fatto da altre liste, soprattutto minori, non vi sarebbero state ragioni per intervenire, e questa non è tanto una previsione, quanto la normalità: ad ogni elezione sono tantissime le liste escluse per irregolarità, ma non fanno rumore perché sono piccole, e soprattutto non sono al Governo. Per questo il sapore di forzatura è evidente.
In secondo luogo, la legge 400 non fa altro che specificare che il Governo non può andare contro le previsioni della Costituzione, ricordando (e non tanto imponendo) che il governo non può intervenire con decretazione d’urgenza in materia elettorale. Per questo il riferimento alla legge 400 non è altro che un rimando esplicito alla Costituzione, ed è questa che risulta essere violata.
L’obiezione a questa eccezione è che il decreto non cambia la sostanza della legge, ma indica ai magistrati come interpretarla (da cui, appunto, la locuzione “decreto interpretativo”). Non sono riuscito a trovare il testo del decreto, quindi farò riferimento alle più recenti notizie della stampa, eventualmente intervenendo poi in caso di errori. Dato che la legge impone il termine perentorio delle ore 12 del trentesimo giorno precedente alle elezioni come minuto ultimo per presentare le candidature, un decreto legge che permetta la presentazione delle stesse entro le ore 16 di dieci giorni dopo appare indubbiamente una modifica e non un’interpretazione della legge! Lo stesso dicasi per l’eventuale aggiunta del termine di 24 ore per sanare le cosiddette “irregolarità formali”: esso non è previsto dalla legge, dunque non c’è alcuna difficoltà per i magistrati competenti nell’interpretare la disposizione, da cui si desume la norma «entro le ore 12 del trentesimo giorno prima delle elezioni tutto deve essere in ordine». Il decreto dunque non interpreta, bensì modifica la legge che poi i magistrati dovranno interpretare. Un’interpretazione si avrebbe, ad esempio, se il decreto specificasse se il minuto 00 della dodicesima ora del trentesimo giorno debba essere compreso o escluso. In questo caso, infatti, il decreto non modificherebbe la legge, bensì indicherebbe come interpretarlo, ed è evidente che il testo del decreto non fa nulla di tutto questo.
Appare dunque palese che almeno un forte dubbio di incostituzionalità ha fondamento, di conseguenza il decreto legge è passibile di annullamento, e con essa l’eventuale elezione di Roberto Formigoni e Renata Polverini, senza dimenticare che, anche in caso di sconfitta di questi due candidati l’intera elezione potrebbe essere invalidata, come già avvenuto negli anni passati in Molise. Il decreto, addirittura, si configura come un riconoscimento implicito del fatto che le liste Formigoni e Polverini siano irregolari, visto che, in caso contrario, basterebbe il ricorso alle vie ordinarie per ottenerne la riammissione e non quelle straordinarie (quale, appunto, il decreto). Per questo motivo il momento più delicato della vita democratica (ovvero le elezioni) si sta tenendo sulla cima di un castello di carte.
Nel disperato tentativo di ristabilire con la forza una situazione non legale, il Governo ha creato un vulnus e un precedente davvero pericoloso per la democrazia in Italia, poiché passa il messaggio che la Legge non è certa bensì passibile di modifiche secondo l’umore del giorno. Tutto il contrario di ciò che ci si aspetterebbe in uno Stato di diritto, dove la Legge è una, dura, ma certa a garanzia della libertà di tutti i cittadini.

La legge...


venerdì 5 marzo 2010

Ipse dixit


Giambattista Vico parlava dei "corsi e ricorsi storici".

Leggete con attenzione questo testo.

«Il capo del Governo si macchiò ripetutamente durante la sua carriera di delitti che, al cospetto di un popolo onesto, gli avrebbero meritato la condanna, la vergogna e la privazione di ogni autorità di governo. Perché il popolo tollerò e addirittura applaudì questi crimini? Una parte per insensibilità morale, una parte per astuzia, una parte per interesse e tornaconto personale. La maggioranza si rendeva naturalmente conto delle sue attività criminali, ma preferiva dare il suo voto al forte piuttosto che al giusto. Purtroppo il popolo italiano, se deve scegliere tra il dovere e il tornaconto, pur conoscendo quale sarebbe il suo dovere, sceglie sempre il tornaconto. Così un uomo mediocre, grossolano, di eloquenza volgare ma di facile effetto, è un perfetto esemplare dei suoi contemporanei. Presso un popolo onesto, sarebbe stato tutt'al più il leader di un partito di modesto seguito, un personaggio un po' ridicolo per le sue maniere, i suoi atteggiamenti, le sue manie di grandezza, offensivo per il buon senso della gente a causa del suo stile enfatico e impudico. In Italia è diventato il capo del governo. Ed è difficile trovare un più completo esempio italiano. Ammiratore della forza, venale, corruttibile e corrotto, cattolico senza credere in Dio, presuntuoso, vanitoso, fintamente bonario, buon padre di famiglia ma con numerose amanti, si serve di coloro che disprezza, si circonda di disonesti, di bugiardi, di inetti, di profittatori; mimo abile, e tale da fare effetto su un pubblico volgare, ma, come ogni mimo, senza un proprio carattere, si immagina sempre di essere il personaggio che vuole rappresentare».

Voi, forse, mi direste: ma è un'analitica descrizione dell'attuale Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi! E io vi risponderei in questo modo: questo è un testo scritto da Elsa Morante, che è morta nel 1985. Qualunque cosa voi abbiate pensato, il testo si riferisce a Benito Mussolini. Elsa Morante lo ha scritto il 1° maggio 1945, intitolato "Il Capo del Governo", ed è contenuto in "Pagine autobiografiche postume", pubblicate in "Paragone Letteratura", n. 456, febbraio 1988.

Lascio a voi lettori ogni sorta di considerazione personale.

mercoledì 3 marzo 2010