lunedì 31 maggio 2010

Palamara (Anm): «Sciopero subito»

Magistrati verso lo sciopero. Contro la manovra economica del governo. Lo ha confermato il presidente della ANM Luca Palamara dopo un incontro a Palazzo Chigi tra l'Associazione nazionale magistrati e il sottosegretario alla Presidenza Gianni Letta.
«Abbiamo preso atto - ha detto Palamara al termine dell'incontro - della conferma dei tagli che erano stati annunciati. Fino a questo momento per senso di responsabilità, avevamo congelato ogni iniziativa ma ora convocheremo il nuovo Consiglio direttivo e siamo pronti allo sciopero e anche ad altre forme di protesta alternative allo sciopero».
«I magistrati - ha aggiunto Palamara - vogliono fare la loro parte in un momento così difficile per il Paese ma è grave che si preveda che chi guadagna di più paghi di meno. È inaccettabile essere considerati un costo e non una risorsa.
Ora basta, faremo sciopero ed altre forme di lotta».
«È vero che a pensar male si fa peccato, ma ci pare ci sia una particolare volontà di punire la magistratura italiana». Il segretario dell'Anm Giuseppe Cascini, parla dopo l'incontro con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta e insiste sul fatto che la manovra economica colpisce soprattutto le toghe: «Avevamo detto sin dall'inizio che siamo pronti ad accettare i sacrifici necessari per far fronte alla grave crisi, purchè caratterizzati dall'equità rispetto ad altre categorie. E invece, in questa manovra pagano in pochi, i magistrati più degli altri, e tra loro soprattutto quelli più giovani».
Sì, perchè, spiega il rappresentante dell'Anm, «per i magistrati non c'è solo il blocco degli scatti, come per il resto del personale; ma anche il blocco dei passaggi di qualifica. E il paradosso è che colpisce in maniera superiore di 4-5 volte i magistrati che guadagnano di meno, rispetto a quelli che guadagnano di più e questo è inaccettabile».

L'Unità, 31 maggio 2010

sabato 29 maggio 2010

La sensibilità della Santanché



Care teste di capra, per favore non condannate la povera Santanchè quando dichiarò che intercettare un boss mafioso mentre parla con la madre è un abuso della loro privacy.

E' di una rara sensibilità questa donna!

D'altronde non ha sempre fatto "grandi" battaglie per la difesa delle donne di religione musulmana?

Come? Dite di no? Ma se ha anche la scorta perchè è seriamente minacciata! Lei che davanti al teatro di Milano, dove i musulmani celebravano l'ultimo giorno del Ramadan, si è messa a identificare le donne con il Burqa.

Non oso immaginare cosa accadrebbe se un musulmano durante la celebrazione del Santo Natale si metta a distribuire il Corano e criticare le donne per come si vestono. E prima che mi si sollevino inutili critiche, preciso che sono un credente, ma ho rispetto delle religioni altrui basta che non limitino la nostra libertà.

E ovviamente sono per l'emancipazione femminile anche per le donne musulmane, ma non mi pare che la religione cattolica sia così clemente con le donne visto che nega loro la possibilità di scegliere. Come l'aborto ad esempio.

Ma ritorniamo alla sensibilità della Santanchè a proposito delle intercettazioni. Forse avrà letto questo commovente dialogo telefonico tra due persone tristi, depresse, che non ce la fanno più a vivere in questo Paese. Poveri, non possono parlare nemmeno in santa pace con i loro famigliari.

Che "pena" mi fa questo spietato mafioso:

"Non si può più stare qui, bisogna andarsene non dalla Sicilia, non dall'Italia, bisogna andarsene dall'Europa. Non si può più lavorare liberamente, moralmente. Qui futuro per noi non c'è più, mi dispiace è una bella terra ma futuro non ce n'è più. Se voi volete un po' di pace, ve ne dovete andare fuori... se bastasse solo la Sicilia, ve ne andreste al nord... appena però ti metti in contatto con una telefonata con tua madre o con tua sorella, o con tuo fratello o tuo nipote, già sei messo sotto controllo. Anche i beni che sono intestati a terze persone, anche se hai ottant'anni, te li tolgono solo perchè sei amico di..., conoscente di... E al mondo non c'è mai stata cosa più brutta della confisca dei beni. Perchè oramai è tutta una catena e una catinella. Noi Inzerillo ce ne dobbiamo andare tutti via. In Sudamerica, in Centroamerica e basta più."

(Intercettazione tratta dal libro Faq Mafia di Attilio Bolzoni)

Si sarà commossa la Santanchè, e poi tutto il Governo, per limitare le intercettazioni? Ma se ne andasse via lei insieme a tutta la classe dirigente e tutti questi maledetti mafiosi che hanno affossato l'Italia e distrutto la vita a centinaia di persone.

La gente per bene non vi vuole!

Se verrà approvata la nuova legge sulle intercettazioni...


lunedì 24 maggio 2010

sabato 22 maggio 2010

La lettera di Maria Luisa Busi: "Non mi riconosco più nel Tg1"



ROMA - "Un giornalista ha un unico strumento per difendere le proprie convinzioni professionali: levare al pezzo la propria firma. Un conduttore, una conduttrice, può soltanto levare la propria faccia, a questo punto". E' questo uno dei punti centrali della lettera con cui Maria Luisa Busi ha annunciato l'intenzione di abbandonare la conduzione del Tg1. La missiva, tre cartelle e mezzo affisse nella bacheca della redazione del telegiornale, è indirizzata al direttore Augusto Minzolini e al Cdr, e per conoscenza al direttore generale della Rai Mauro Masi, al presidente dell'azienda Paolo Garimberti e al responsabile delle Risorse umane Luciano Flussi. Ecco il testo integrale.

"Caro direttore ti chiedo di essere sollevata dalla mansione di conduttrice dell'edizione delle 20 del Tg1, essendosi determinata una situazione che non mi consente di svolgere questo compito senza pregiudizio per le mie convinzioni professionali. Questa è per me una scelta difficile, ma obbligata. Considero la linea editoriale che hai voluto imprimere al giornale una sorta di dirottamento, a causa del quale il Tg1 rischia di schiantarsi contro una definitiva perdita di credibilità nei confronti dei telespettatori".

"Come ha detto il presidente della Commissione di Vigilanza Rai Sergio Zavoli: La più grande testata italiana, rinunciando alla sua tradizionale struttura ha visto trasformare insieme con la sua identità, parte dell'ascolto tradizionale".

"Amo questo giornale, dove lavoro da 21 anni. Perché è un grande giornale. E' stato il giornale di Vespa, Frajese, Longhi, Morrione, Fava, Giuntella. Il giornale delle culture diverse, delle idee diverse. Le conteneva tutte, era questa la sua ricchezza. Era il loro giornale, il nostro giornale. Anche dei colleghi che hai rimosso dai loro incarichi e di molti altri qui dentro che sono stati emarginati. Questo è il giornale che ha sempre parlato a tutto il Paese. Il giornale degli italiani. Il giornale che ha dato voce a tutte le voci. Non è mai stato il giornale di una voce sola. Oggi l'informazione del Tg1 è un'informazione parziale e di parte. Dov'è il Paese reale? Dove sono le donne della vita reale? Quelle che devono aspettare mesi per una mammografia, se non possono pagarla? Quelle coi salari peggiori d'Europa, quelle che fanno fatica ogni giorno ad andare avanti perché negli asili nido non c'è posto per tutti i nostri figli? Devono farsi levare il sangue e morire per avere l'onore di un nostro titolo.
E dove sono le donne e gli uomini che hanno perso il lavoro? Un milione di persone, dietro alle quali ci sono le loro famiglie. Dove sono i giovani, per la prima volta con un futuro peggiore dei padri? E i quarantenni ancora precari, a 800 euro al mese, che non possono comprare neanche un divano, figuriamoci mettere al mondo un figlio? E dove sono i cassintegrati dell'Alitalia? Che fine hanno fatto? E le centinaia di aziende che chiudono e gli imprenditori del nord est che si tolgono la vita perchè falliti? Dov'è questa Italia che abbiamo il dovere di raccontare? Quell'Italia esiste. Ma il tg1 l'ha eliminata. Anche io compro la carta igienica per mia figlia che frequenta la prima elementare in una scuola pubblica. Ma la sera, nel Tg1 delle 20, diamo spazio solo ai ministri Gelmini e Brunetta che presentano il nuovo grande progetto per la digitalizzazione della scuola, compreso di lavagna interattiva multimediale".

"L'Italia che vive una drammatica crisi sociale è finita nel binario morto della nostra indifferenza. Schiacciata tra un'informazione di parte - un editoriale sulla giustizia, uno contro i pentiti di mafia, un altro sull'inchiesta di Trani nel quale hai affermato di non essere indagato, smentito dai fatti il giorno dopo - e l'infotainment quotidiano: da quante volte occorre lavarsi le mani ogni giorno, alla caccia al coccodrillo nel lago, alle mutande antiscippo. Una scelta editoriale con la quale stiamo arricchendo le sceneggiature dei programmi di satira e impoverendo la nostra reputazione di primo giornale del servizio pubblico della più importante azienda culturale del Paese. Oltre che i cittadini, ne fanno le spese tanti bravi colleghi che potrebbero dedicarsi con maggiore soddisfazione a ben altre inchieste di più alto profilo e interesse generale".

"Un giornalista ha un unico strumento per difendere le proprie convinzioni professionali: levare al pezzo la propria firma. Un conduttore, una conduttrice, può soltanto levare la propria faccia, a questo punto. Nell'affidamento dei telespettatori è infatti al conduttore che viene ricollegata la notizia. E' lui che ricopre primariamente il ruolo di garante del rapporto di fiducia che sussiste con i telespettatori".

"I fatti dell'Aquila ne sono stata la prova. Quando centinaia di persone hanno inveito contro la troupe che guidavo al grido di vergogna e scodinzolini, ho capito che quel rapporto di fiducia che ci ha sempre legato al nostro pubblico era davvero compromesso. E' quello che accade quando si privilegia la comunicazione all'informazione, la propaganda alla verifica".

Nella lettera a Minzolini Busi tiene a fare un'ultima annotazione "più personale": "Ho fatto dell'onestà e della lealtà lo stile della mia vita e della mia professione. Dissentire non è tradire. Non rammento chi lo ha detto recentemente. Pertanto:
1) respingo l'accusa di avere avuto un comportamento scorretto. Le critiche che ho espresso pubblicamente - ricordo che si tratta di un mio diritto oltre che di un dovere essendo una consigliera della FNSI - le avevo già mosse anche nelle riunioni di sommario e a te, personalmente. Con spirito di leale collaborazione, pensando che in un lavoro come il nostro la circolazione delle idee e la pluralità delle opinioni costituisca un arricchimento. Per questo ho continuato a condurre in questi mesi. Ma è palese che non c'è più alcuno spazio per la dialettica democratica al Tg1. Sono i tempi del pensiero unico. Chi non ci sta è fuori, prima o dopo.
2) Respingo l'accusa che mi è stata mossa di sputare nel piatto in cui mangio. Ricordo che la pietanza è quella di un semplice inviato, che chiede semplicemente che quel piatto contenga gli ingredienti giusti. Tutti e onesti. E tengo a precisare di avere sempre rifiutato compensi fuori dalla Rai, lautamente offerti dalle grandi aziende per i volti chiamati a presentare le loro conventions, ritenendo che un giornalista del servizio pubblico non debba trarre profitto dal proprio ruolo.
3) Respingo come offensive le affermazioni contenute nella tua lettera dopo l'intervista rilasciata a Repubblica 2, lettera nella quale hai sollecitato all'azienda un provvedimento disciplinare nei miei confronti: mi hai accusato di "danneggiare il giornale per cui lavoro", con le mie dichiarazioni sui dati d'ascolto. I dati resi pubblici hanno confermato quelle dichiarazioni. Trovo inoltre paradossale la tua considerazione seguente: 'il Tg1 darà conto delle posizioni delle minoranze ma non stravolgerà i fatti in ossequio a campagne ideologiche". Posso dirti che l'unica campagna a cui mi dedico è quella dove trascorro i week end con la famiglia. Spero tu possa dire altrettanto. Viceversa ho notato come non si sia levata una tua parola contro la violenta campagna diffamatoria che i quotidiani Il Giornale, Libero e il settimanale Panorama - anche utilizzando impropriamente corrispondenza aziendale a me diretta - hanno scatenato nei miei confronti in seguito alle mie critiche alla tua linea editoriale. Un attacco a orologeria: screditare subito chi dissente per indebolire la valenza delle sue affermazioni. Sono stata definita 'tosa ciacolante - ragazza chiacchierona - cronista senza cronaca, editorialista senza editoriali' e via di questo passo. Non è ciò che mi disse il Presidente Ciampi consegnandomi il Premio Saint Vincent di giornalismo, al Quirinale. A queste vigliaccate risponderà il mio legale. Ma sappi che non è certo per questo che lascio la conduzione delle 20. Thomas Bernhard in Antichi Maestri scrive decine di volte una parola che amo molto: rispetto. Non di ammirazione viviamo, dice, ma è di rispetto che abbiamo bisogno".

E conclude: "Caro direttore, credo che occorra maggiore rispetto. Per le notizie, per il pubblico, per la verità. Quello che nutro per la storia del Tg1, per la mia azienda, mi porta a questa decisione. Il rispetto per i telespettatori, nostri unici referenti. Dovremmo ricordarlo sempre. Anche tu ne avresti il dovere".

La Repubblica, 21 maggio 2010

mercoledì 19 maggio 2010

La Papessa - Papa Giovanni VIII

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martedì 18 maggio 2010

La papessa Giovanna



Il 28 maggio 2010 uscirà al cinema un film interessante incentrato su una discussa figura della storia della Chiesa cattolica: la Papessa Giovanna.
La papessa Giovanna è un leggendario papa donna che avrebbe regnato sulla Chiesa dall'853 all'855 d.C. È considerata dagli storici un mito o leggenda medioevale, probabilmente originato dalla satira antipapale, che ottenne un qualche grado di plausibilità a causa di certi elementi genuini contenuti nella storia.
Secondo la narrazione, era una donna inglese, educata a Magonza e vestita in abiti maschili che, a causa della natura convincente del suo travestimento, divenne un monaco con il nome di Johannes Anglicus. Venne eletta dopo la morte di papa Leone IV (17 luglio 855) in un'epoca in cui l'investitura del papa avveniva in modo fortuito, prendendo il nome di Giovanni VIII.
La papessa era sessualmente promiscua e rimase incinta da uno dei suoi tanti amanti. Durante la solenne processione di Pasqua nella quale il Papa tornava al Laterano dopo aver celebrato messa in San Pietro, quando il Corteo Papale era nei pressi della basilica di San Clemente, la folla entusiasta si strinse attorno al cavallo che portava il Pontefice. Il cavallo reagì, quasi provocando un incidente. Il trauma dell'esperienza portò "papa Giovanni VIII" ad un violento travaglio prematuro.
Scopertone il segreto, la papessa Giovanna venne fatta trascinare per i piedi da un cavallo, attraverso le strade di Roma, e lapidata a morte dalla folla inferocita nei pressi di Ripa Grande. Venne sepolta nella strada dove la sua vera identità era stata svelata, tra San Giovanni in Laterano e San Pietro in Vaticano. Questa strada venne (apparentemente) evitata dalle successive processioni papali - anche se, quando quest'ultimo dettaglio divenne parte della leggenda popolare, nel XIV secolo, il papato era ad Avignone, e non c'erano processioni papali a Roma -.
Sempre secondo la leggenda, a Giovanna successe papa Benedetto III, che regnò per breve tempo, ma si assicurò che il suo predecessore venisse omesso dalle registrazioni storiche. Benedetto III si considera abbia regnato dall'855 al 7 aprile 858. Il nome papale che Giovanna assunse venne in seguito utilizzato da un altro papa Giovanni VIII (pontefice dal 14 dicembre 872 al 16 dicembre 882).
Parte essenziale della leggenda è un rito mai svoltosi, ma fantasticato dal popolo e ripreso, con molto gusto, da autori protestanti del Cinquecento in chiave anti romana: s'immaginò che ogni nuovo papa venisse sottoposto a un accurato esame intimo per assicurarsi che non fosse una donna travestita (o un eunuco). Questa verifica avrebbe previsto il sedersi su una sedia di porfido rosso dotata di un foro. I diaconi più giovani presenti avrebbero tastato quindi sotto la sedia per assicurarsi che il nuovo papa fosse stato un maschio.

giovedì 13 maggio 2010

Fervono i preparativi per la festa di San Domenico



SABATO 15 MAGGIO

ore 18.00 - Suono festoso delle campane e sparo di 21 colpi a cannone per annunciare l'apertura delle celebrazioni in onore del Santo Patrono.

ore 18.30 - Chiesa di San Domenico - Alla presenza di S. E. Rev.ma Mons. Salvatore Pappalardo, Arcivescovo di Siracusa, del Sindaco e delle Autorità Civili e Militari, delle Confraternite, dei Laicati e delle altre Associazioni religiose della città si procederà alla Benedizione della nuova Mensa e dell'Ambone, realizzati con il generoso contributo della Banca Agricola Popolare di Ragusa. Scopertura di una lapide a ricordo dell'evento. Solenne Concelebrazione Eucaristica presieduta dal Nostro Arcivescovo. La liturgia sarà animata dalla Schola Cantorum della Chiesa Madre diretta da Anna Saia. Al termine della liturgia, recita della tradizionale Coroncina. Predicherà la novena il Rev.mo P. Carmine Palladino O.P. Superiore e Parroco della Parrocchia S. Domenico in Messina.

DOMENICA 16 MAGGIO

ore 19.00 - S. Messa animata dalla Confraternita del SS. Sacramento (Cena di Emmaus), dall'Associazione S. Giuseppe Marinarsen, dal Gruppo Marinai d'Italia e dall'Azione Cattolica Chiesa Madre.

LUNEDI' 17 MAGGIO

ore 19.00 - S. Messa animata dal Terz'Ordine Carmelitano, dalla Confraternita Maria SS. Immacolata e dal Comitato San Lorenzo.

MARTEDI' 18 MAGGIO

ore 19.00 - S. Messa animata dalla Confraternita di S. Andrea. Rito della professione nella Fraternita Laica di San Domenico.

MERCOLEDI' 19 MAGGIO

ore 19.00 - S. Messa animata dalla Confraternita di S. Giuseppe

GIOVEDI' 20 MAGGIO

ore 17.30 - Accensione dell'illuminazione delle principali vie del centro storico a cura della LUMINART srl di Cassaro (SR)

ore 18.00 - VIII Trofeo San Domenico Memorial "PAOLO DAMICO" a cura della "A.S.D. VELO CLUB AUGUSTA" gara ciclistica su circuito cittadino. Percorso: partenza da Piazza Duomo, Via Garibaldi, Via Megara, Via Alabo, Via Principe Umberto, Arrivo in Piazza Duomo.

ore 19.00 - S. Messa animata dalla Confraternita di Maria SS. Odigitria.

ore 21.00 - Piazza Castello - SIX "O"BAND in concerto


VENERDI' 21 MAGGIO

ore 17.00 - "ALLA CORTE DI FEDERICO II DI SVEVIA" rappresentazione storica proposta e ideata dal 1° Istituto Comprensivo Principe di Napoli - Augusta (percorso: Piazza Risorgimento - Via P.pe Umberto - Piazza Duomo)

ore 19.00 - S. Messa animata dalla Confraternita di Maria SS. Annunziata.

ore 21.00 - Piazza Castello - il Cabaret di GIOVANNI CACIOPPO in "Vita da Bar" (ZELIG e COLORADO CAFE')

SABATO 22 MAGGIO

ore 9.00 - Omaggio degli alunni degli Istituti Scolastici della Città al S. Patrono.

ore 10.00 - Sfilata Medievale del gruppo "SBANDIERATORI DUCATO CAETANI CITTA' DI SERMONETA" (percorso: Via Epicarmo - Via Alabo - Via Xifonia - Via C. Colombo - Via P.pe Umberto - esibizione finale in Piazza Duomo)

ore 16.00 - Sfilata Medievale del gruppo "SBANDIERATORI DUCATO CAETANI CITTA' DI SERMONETA" (percorso: Via Megara - Via Della Rotonda - Via P.pe Umberto - Piazza Duomo - esibizione finale in Piazza Castello)

ore 19.00 - S. Messa animata dalla Fraternita Laica di San Domenico e dal Terz'Ordine Francescano di Augusta.

ore 22.30 - Piazza Castello - RUMBACLAVE SOY TOUR 2010


DOMENICA 23 MAGGIO. PENTECOSTE - VIGILIA DELLA FESTA DEL PATROCINIO DI SAN DOMENICO

ore 08.00 - Festoso scampanio e sparo di 21 colpi a cannone ed Esposizione del "Braccio Reliquiario"

ore 09.00 - Giro per le vie della Città dell'Associazione musicale "I FILARMONICI" di Augusta diretto dal Maestro Carmelo Vinci (percorso: Piazza Castello - Via Epicarmo - Via Alabo - Via Xifonia - Via Colombo - Piazza Castello)

ore 9.30/11.30 - SS. Messe

ore 10.00 - Sfilata Medievale del gruppo "SBANDIERATORI DUCATO CAETANI CITTA' DI SERMONETA" (percorso: Piazza Castello - Via XIV Ottobre - Via X Ottobre - Via Della Rotonda - Via P.pe Umberto - esibizione finale Piazza Duomo)

ore 12.00 - Sparo di colpi di cannone

ore 16.00 - Sfilata Medievale del gruppo "SBANDIERATORI DUCATO CAETANI CITTA' DI SERMONETA" (percorso: Piazza Castello - Via Megara - Via Della Rotonda - Via P.pe Umberto - Piazza Duomo - esibizione finale Piazza Castello)

ore 19.00 - Solenne Concelebrazione Eucaristica presieduta dall'Arciprete Gaetano Incardona. La liturgia sarà animata dalla Confraternita di Gesù Misericordioso e dalle Associazioni di Volontariato della Città.

ore 19.45 - Tradizionale processione del "Braccio Reliquiario" del S. Patrono. Parteciperanno il Clero, il Sindaco, le Autorità Civili e Militari, le Confraternite, la Fraternita laica di San Domenico e i Terz'Ordini, le Associazioni Religiose e di Volontariato della Città. (Percorso: Via Garibaldi- Via Megara - Via Alabo - Via P.pe Umberto - Via Colombo - Via XIV Ottobre - Piazza San Domenico). Festoso ingresso in Chiesa. La processione sarà seguita dal Corpo Bandistico "FEDERICO II CITTÀ DI AUGUSTA" diretta dal M° Gaetano Galofaro

ore 21.30 - Piazza Castello - UMBERTO TOZZI IN CONCERTO

LUNEDI' 24 MAGGIO - FESTA DEL PATROCINIO DI SAN DOMENICO.

ore 8.00 - Festoso scampanio delle chiese della città e sparo di 21 colpi di cannone.

ore 8.30 - 9.30 - SS. Messe.

ore 8.45 - Giro per le vie della città del Corpo Bandistico "FEDERICO II CITTÀ DI AUGUSTA" diretto dal M° Gaetano Galofaro (percorso: Piazza Castello - Via P.pe Umberto - Via Della Rotonda - Via Megara - Via Colombo - Via P.pe Umberto - Chiesa delle Anime Sante)

ore 10.30 - Chiesa delle Anime Sante - Accoglienza di S.E. Rev.ma Mons. Salvatore Pappalardo, nostro Arcivescovo e avvio della processione dei Sacerdoti Concelebranti e delle Autorità Civili e Militari verso la Chiesa di S. Domenico.

ore 11.00 - Solenne Concelebrazione Eucaristica presieduta dal nostro Arcivescovo. La liturgia sarà animata dalla Schola Cantorum della Chiesa Madre. All'offertorio il Sindaco, dott. Massimo Carrubba, offrirà un cero votivo al Santo Patrono perché protegga e custodisca la nostra Città.

ore 12.00 - Sparo di colpi di cannone. Piazza Duomo - Esecuzione di marce sinfoniche a cura dell'Associazione musicale "I FILARMONICI" di Augusta diretta dal M°. Carmelo Vinci.

ore 16.00 - Esibizione per le vie della Città del "GRUPPO TAMBURI GIOVANI DI CASSARO" (percorso: Piazza Castello - Via P.pe Umberto - Via della Rotonda - Via Megara - Via Colombo - Via Epicarmo - Via Alabo - Via Xifonia - Via Colombo - esibizione finale in Piazza Castello)

ore 16.30 - "ALLA CORTE DI FEDERICO II DI SVEVIA" rappresentazione storica proposta e ideata dal 1° Istituto Comprensivo P.pe di Napoli di Augusta (percorso partenza Piazza Risorgimento - Via P.pe Umberto - Piazza Duomo)

ore 18.00 - Le Confraternite e le Associazioni della Città le con le proprie insegne e i simulacri dei SS. Protettori raggiungeranno Piazza S. Domenico. Celebrazione Eucaristica

ore 19.00 - Trionfale uscita del Venerato Simulacro del Santo Patrono con sparo di colpi a cannone, lancio di volantini multicolori e suono festoso delle campane. Percorso della processione: Piazza S. Domenico - Via Garibaldi - Via Megara - Via Roma - Via Xifonia - Via Alabo - Via Megara - Via della Rotonda - Via P.pe Umberto - Via Colombo - Via XIV Ottobre - Piazza San Domenico. Al passaggio del Fercolo in Via Roma, il presidente del Consiglio Comunale offrirà un omaggio floreale al Santp Patrono. Festoso ingresso in Chiesa. Parteciperanno alla Processione: Corpo Bandistico "FEDERICO II CITTÀ DI AUGUSTA" e l'Associazione Musicale "I FILARMONICI".

ore 22.00 - Piazza Castello - SASA' SALVAGGIO SHOW con l'orchestra JUMPIN UP

ore 00.15 - Giardini Pubblici (Zona Badiazza) - Grandioso spettacolo pirotecnico "TRA CIELO E MARE". Il Golfo Xifonio sarà illuminato da uno spettacolare lancio di fuochi pirotecnici a cura della già premiata Pirotecnica Cav. F.lli D'Amplo da Mineo (CT)

venerdì 7 maggio 2010

giovedì 6 maggio 2010

"U sidìli 'o cocciu"

Sugnu assittàtu supra 'ncocciu,
'nfrunti a mmia c'è lu mari, e na varca ca s'alluntana
e sentu li piscaturi ca ièttunu vuci.
Lu suli mi quarìa tutti li voti allu spustàrisi di la nuvula
lu ventu friddulusu ca mi sciuscia 'nti l'arìcchi
e cu la vuci ca pari nà sirena parra di lu mo paisi...

Sono seduto sopra un sasso
di fronte a me c'è il mare, e una barca che si allontana
e sento i pescatori che gridano.
Il sole mi riscalda tutte le volte che la nuvola si sposta
il vento fresco che mi soffia nelle orecchie
e con la voce che sembra una sirena parla del mio paese...