In questi giorni non si è parlato di altro che di un argomento: crocifisso si, crocifisso no. Una normale azione giudiziaria portata avanti da una famiglia italiana ha suscitato uno scalpore tale da far tremare la politica, gli altari, i muri delle aule scolastiche e i vari interessi di parte. Due rispettabilissimi genitori atei, il cui figlio - rispettabilissimo ateo anch'egli - frequentava un istituto scolastico nella cui aula era affisso un crocifisso, hanno esperito ricorso dinanzi alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo affinchè venisse rimosso il simbolo della religione Cristiana Cattolica Apostolica Romana da quell'aula scolastica, perchè ritenuto poco confacente ad un luogo prettamente istituzionale, che di simboli religiosi, politici e di parte non ne dovrebbe esaltare alcuno. Il populismo dilagante dei mass media e della stampa ha subito trovato terreno fertile per alimentare vespai e tizzoni ardenti, e così si sono create le due tifoserie tipiche che sorgono quando bolle in pentola qualcosa di grosso: i "pro" e i "contro". Alcuni - i nuovi crociati (?) - si sono schierati "pro" crocifisso, inveendo contro tutti coloro che si fossero anche minimamente azzardati a sfiorare il sacro simbolo appeso ai muri dei vari istituti, scolastici e non; altri, emulando Saladino, hanno fatto quadrato, hanno schierato la falange macedone e hanno cercato di respingere l'VIII crociata! Nei vari rotocalchi che inquinano settimanalmente la televisione italiana abbiamo assistito a scene pietose ed invereconde: magistrati, invitati come ospiti per esporre il lato meramente giuridico della questione, che venivano schifosamente offesi e considerati ignoranti da degli improvvisati depositari della cultura; persone comuni e sindaci scesi in piazza che sbandieravano crocifissi di qualsivoglia foggia come se sventolassero gagliardetti dell'Inter o della Juventus; esponenti politici nazionali, tra cui anche il Presidente del Consiglio, che invitavano tutti a "disobbedire" ad una legittima e autorevole sentenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo (sentenza che - ricordo - ha pienamente forza e vigore nel nostro territorio perchè quei politici, che oggi tanto si infastidiscono, hanno aderito al Trattato dell'Unione Europea che cede delle fette di sovranità del nostro ordinamento a favore dell'ordinamento comunitario sovranazionale, quello europeo appunto).
Ma quello che mi suscita più idignazione - da cristiano cattolico apostolico romano, quale io mi ritengo di essere - è proprio questo: può un legittimo ricorso, fondato su legittime pretese e rispettoso di uno dei più importanti pilastri del nostro ordinamento costituzionale (cioè, la libertà di "tutte" le religioni), far accendere così tanto gli animi, facendo spuntare un po' dappertutto, come funghi, "probi difensori" di un credo e di un simbolo che fino a questo momento consideravano solamente un accessorio da parete, e nient'altro? Proprio dai più, dai nuovi "crociati" - come magari desidererebbero essere chiamati -, dagli strenui difensori di Gesù e dei valori che Egli fino alla morte ha professato, si alzavano grida di odio, offese, insulti, maleducazioni a difesa della "loro" religione cristiana, a difesa del "loro" simbolo. Credo che qualcosa non mi sia chiaro: questi modi, queste affermazioni, queste invettive non cozzano proprio con i valori e i contenuti che questa gente professa di difendere?
E non solo: magari questa gente si limitasse solamente a difendere - anche se con modi medievali - questi valori! V'è di più. Essi screditano, offendono, denigrano i simboli e i principi delle altre religioni, perchè hanno davanti gli occhi il velo di ignoranza che li porta a considerare il Cristianesimo quale unica e accettabile religione, poiché gli altri culti tamquam non essent. Ora, io non so cosa possa pensare in questo momento Maometto, il quale si è visto attribuire addirittura l'epiteto di "pedofilo", ma di una cosa sono certo: in questi giorni, lassù, Gesù si è vergognato.
Ma quello che mi suscita più idignazione - da cristiano cattolico apostolico romano, quale io mi ritengo di essere - è proprio questo: può un legittimo ricorso, fondato su legittime pretese e rispettoso di uno dei più importanti pilastri del nostro ordinamento costituzionale (cioè, la libertà di "tutte" le religioni), far accendere così tanto gli animi, facendo spuntare un po' dappertutto, come funghi, "probi difensori" di un credo e di un simbolo che fino a questo momento consideravano solamente un accessorio da parete, e nient'altro? Proprio dai più, dai nuovi "crociati" - come magari desidererebbero essere chiamati -, dagli strenui difensori di Gesù e dei valori che Egli fino alla morte ha professato, si alzavano grida di odio, offese, insulti, maleducazioni a difesa della "loro" religione cristiana, a difesa del "loro" simbolo. Credo che qualcosa non mi sia chiaro: questi modi, queste affermazioni, queste invettive non cozzano proprio con i valori e i contenuti che questa gente professa di difendere?
E non solo: magari questa gente si limitasse solamente a difendere - anche se con modi medievali - questi valori! V'è di più. Essi screditano, offendono, denigrano i simboli e i principi delle altre religioni, perchè hanno davanti gli occhi il velo di ignoranza che li porta a considerare il Cristianesimo quale unica e accettabile religione, poiché gli altri culti tamquam non essent. Ora, io non so cosa possa pensare in questo momento Maometto, il quale si è visto attribuire addirittura l'epiteto di "pedofilo", ma di una cosa sono certo: in questi giorni, lassù, Gesù si è vergognato.
Luca
ho letto con molto interesse l'articolo...
RispondiEliminasono cattolico pure io però non su tutto sono pienamente in linea con te.
il figlio tanto rispettabile non mi sembrava vestito tutto di nero con i capelli lunghi... forse è un frequentatore assiduo dei boschi...
però sono assolutamente d'accordo sul rispetto delle altre religioni..il crocifisso può andare via dai muri ma non di certo dai nostri cuori.
roberto50